Coronavirus, dati cinesi: reali o insabbiati?
Indice 1. Introduzione 2. I dati cinesi sul numero dei contagi: sono affidabili? 3. La storia del Dr. Li Wenliang 4. L’informazione di qualità fa la differenza |
1. Introduzione
Tratto da “Lo studente di Medicina” (@StudenteMM) su Facebook.
“Sicuramente molti di voi, un po’ attenti a ciò che succede nel mondo, e che sanno informarsi un minimo oltre alla semplice lettura dei titoli dei giornali, avranno notato la campagna di disinformazione messa in atto dai nostri giornalisti quando parlano della Cina.
Ho purtroppo notato che molte di queste bufale vengono condivise anche da studenti di medicina (ed è normale, perché oltre a studiare gli argomenti degli esami, difficilmente si informano su quanto succede nel mondo).
Pertanto ho scritto questo post in cui prendo in esame alcuni dei fatti recenti e cercherò di presentarveli in una prospettiva diversa. È lungo, quindi saltate pure ai capitoli che vi interessano di più. E se vi piace, come al solito, non dimenticate di condividere.
2. I dati cinesi sul numero dei contagi: sono affidabili?
Anche qui bisogna contestualizzare prima di lanciarsi in accuse prive di senso.
Non si possono fornire stime sul numero di morti per covid o sul numero di contagiati in Cina. Per svariati motivi: ogni nazione, come avete notato, riporta i dati come vuole (chi distingue tra morti per covid e con covid, chi non lo fa, chi non fa tamponi a nessuno, chi fa tamponi agli asintomatici, chi fa tamponi ai soli sintomatici, chi fa tamponi a caso e così via).
In più è difficile capire quanti sono morti per covid mentre decine di milioni di persone stavano chiuse in casa.
Quindi i dati cinesi, come quelli di ogni altra nazione, possono essere sbagliati. Anzi molto probabilmente lo sono. Così come lo sono quelli italiani (sappiamo infatti da diversi studi e analisi che il numero di contagiati in Italia si aggira sui 5 milioni).
Ciò non significa che la Cina abbia nascosto volontariamente i dati al resto del mondo o abbia sottovalutato il problema come dicono Mike Pence e la Casa Bianca, ripresi dalla stampa occidentale come fonti affidabili. Infatti la mortalità registrata in Cina è in accordo con quella registrata negli altri paesi. Se la Cina non avesse superato l’epidemia non si spiega come mai hanno ripreso a circolare per strada a Wuhan.
Sappiamo anche che Li Keqiang, l’attuale primo ministro cinese (e la seconda persona più importante della Cina) ha proprio dato l’ordine alle autorità locali di non nascondere i casi e riportare tutto. [Fonte G]
Così come Xi Jinping 2 mesi fa diceva che ci si trovava alla crisi sanitaria più grande della storia della Cina. [Fonte H]
Come si fa a dire che è colpa della Cina che non ci ha avvertiti di quanto fosse seria la situazione, alla luce di questi dati e soprattutto vedendo che lì ben 60 milioni di persone venivano messe in quarantena?
[Occhio, nessuno qui dice che i cinesi non abbiano fatto errori nell’affrontare l’epidemia.]
3. La storia del Dr. Li Wenliang

Li ha studiato medicina al Wuhan University e dopo la laurea è andato a lavorare a Xiamen per 3 anni. Dal 2014 ha lavorato come oftalmologo al Wuhan Central Hospital. Era anche membro del Partito Comunista Cinese. [Fonte 1]
La National Supervisory Commission 2 settimane fa ha ricostruito i fatti relativi alla sua morte.
Nel Dicembre 2019 parecchi ospedali di Wuhan, stavano trattando un certo numero di pazienti con polmoniti di causa sconosciuta. Questo cluster è stato notato il 26 Dicembre dal dottor Zhang Jixian dell’Ospedale Provinciale di Hubei. Tale dottore informava della cosa la Wuhan Jianghan CDC il 27 dicembre. [Fonte 2]
In data 30 Dicembre 2019 la Wuhan Municipal Health Commission pubblicava dei documenti interni che mostravano gli sforzi vani nel cercare di trattare queste polmoniti.
I messaggi del dottore
Nello stesso giorno il Dr. Li riceveva un referto di un paziente che risultava positivo al test per il SARS coronavirus. Tale referto era stato condiviso dal direttore del PS del suo ospedale (la dr.ssa Ai Fen) che l’aveva mandato ai medici di un altro ospedale e da lì era arrivato nelle mani di Li.
Li allora alle ore 17.43 del 30 Dicembre condivide il referto su WeChat nel gruppo dei suoi ex compagni dell’università:
Li: Ci sono 7 casi confermati di SARS all’Huanan Seafood Market.
Li: *foto del referto
Li: *video della TC
Li: Stanno per essere isolati nel reparto di emergenza del nostro ospedale (Houhu)
Ore 18.42 cinesi:
Li: Le ultime notizie sono che si tratta di un coronavirus ma il sottotipo va ancora isolato. Non diffondete questa informazione fuori dal gruppo, dite alle vostre famiglie e ai cari di agire con cautela. Nel 1937 i coronavirus furono isolati per la prima volta dai polli…” [Fonte 3]
Tali messaggi con informazioni simiil sono state subito condivise sui forum e sui social tant’è che Li inizialmente ci è rimasto male per tutta l’attenzione ottenuta. [Fonte 4]
Il 31 dicembre la Wuhan Municipal Health Commission (quella che già il 30 dicembre si era allertata) pubblicava un comunicato ufficiale e avvisava l’OMS delle polmoniti [Fonte 5]. In pratica a soli 4 giorni dal cluster l’OMS veniva avvertita della situazione che si stava creando. Ovviamente i cinesi hanno continuato ad aggiornare l’OMS (basta farsi un giro sul sito della WHO).
L’intervento della polizia
Il 3 gennaio Li viene chiamato dalla polizia locale (che non è il governo cinese, attenzione) della Wuhan Public Security Bureau. Tale polizia già aveva ammonito 8 altre persone l’1 gennaio. Il motivo per cui è stato chiamato è, secondo la polizia, l’aver diffuso notizie errate (parlando di SARS quando il virus non era ancora stato riconosciuto). La massima pena in questi casi è una multa di 500 yuan e fino a 14 giorni di detenzione, in Cina. In realtà Li (e gli alti 8) ha soltanto dovuto firmare una lettera in cui riconosceva il suo errore ed è tornato subito al lavoro senza alcuna punizione. [Fonte 6]
L’8 gennaio Li visita una donna con glaucoma, asintomatica, ma che sviluppa febbre il 9 (per cui poi si fa una TC che mostra il quadro tipico del COVID)
Il 10 gennaio Li sviluppa febbre e viene ospedalizzato il 12 per essere trasferito in ICU il 23.
Muore il 7 febbraio.
La scoperta soltanto dopo la morte
Il giorno stesso parte l’investigazione da cui poi sono emersi tutti i dettagli qui raccontati.
In particolare la Corte Suprema del Popolo, nella figura di un giudice di Beijing, accusa la polizia locale di essersi sbagliata, in quanto sebbene le informazioni condivise sulla chat non fossero precise potevano essere tollerate. [Fonte 7]
Gli investigatori hanno poi suggerito alle autorità locali di supervisione di guardare nella faccenda della lettera firmata da Li, che era “inappropriata e non rispettava le procedure legistlative”, oltre a chiedere alla polizia di revocare subito la lettera e perseguire i colpevoli. Quelli che sono stati lenti e incompetenti nel rispondere all’epidemia o hanno sbagliato verranno a loro volta indagati.
La sua commemorazione
Il 4 marzo Li è stato uno dei professionisti sanitari onorati e commemorati dalla National Health Commission per aver combattuto il COVID-19.
Poco dopo l’investigazione la polizia ha chiesto scusa alla famiglia di Li (sul suo account Weibo ufficiale), il capo della stazione di polizia ha ricevuto un demerito e un ufficiale un avvertimento. La lettera è stata ritirata.
4. L’informazione di qualità fa la differenza
Bene, secondo voi i nostri giornalisti di Stampa, Repubblica, Corriere, TPI hanno approfondito in tal modo la questione? O si sono banalmente limitati a tradurre articoli del NyTimes e del WaPo noti da anni per far propaganda contro la Cina per conto del governo americano?
Secondo voi quando Russia e Cina ci aiutano e un giornalista della Stampa si mette a diffamarle lo fa per pura ignoranza o semplicemente perché questa è più una linea promossa da anni dal direttore della Stampa, Maurizio Molinari, il cui ultimo libro chiamato Assedio all’Occidente riporta: “La Russia di Vladimir Putin e la Cina di Xi Jinping guidano «l’assalto all’Occidente» con l’obiettivo di «far implodere NATO e UE, allontanando quanto più possibile gli Stati Uniti dai loro tradizionali alleati» europei. Alla base vi è la «convinzione che, rescindendo il legame euroatlantico, l’Occidente come entità strategica avrà fine, consentendo ai suoi maggiori rivali di rafforzarsi, potendo di conseguenza inseguire gli obiettivi più ambiziosi.»”? E come lui gli altri nostri giornali, che ricevono ingenti finanziamenti dall’estero, esattamente come fanno tutti i giornali della stampa occidentale.[Banalissimo esempio: Fonte 8] Capite che per un cinese o un russo, continuare a leggere stronzate e luoghi comuni sulle loro nazioni e sulle loro culture da gente ignorante e in malafede che purtroppo chiamiamo giornalisti, può essere deprimente (e nonostante questo ci aiutano).
Sulle bufale del 5G, promosso da Huawei (e per cui gli USA hanno iniziato una guerra commerciale con la Cina, impossibilitati a vincere, arrivando a minacciare l’Inghilterra e Europa di sanzioni) è stato già scritto un post ieri.
Il tutto deve far riflettere
Insomma tutto questo è per dirvi di stare molto attenti quando la stampa occidentale inizia a parlare di stati lontani più di 500 km da noi. Magari Wong, il leader delle proteste di Hong Kong, i cui fan pestavano a morte i vecchietti in città, ha ragione a dire che il governo cinese è cattivo. Però se si scopre che questo Wong si faceva le foto con i filoterroristi di Al Qaeda, forse le sue dichiarazioni dovrebbero essere prese con più cautela .
Diffidate di simili eroi “anti-establishment” costruiti ad hoc, i vari Guaidò che nessuno nei paesi d’origine conosce. E se avete dubbi contattate gente del posto, non giornalisti che in quei paesi non hanno mai messo piede.
PS se avete trovato il post interessante condividete.”