Età e caratteristiche dei pazienti deceduti positivi al Covid-19
Indice 1. Introduzione 2. Campione 3. Patologie preesistenti 4. Morti sotto i 40 anni: l’80% con gravi patologie 5. Sintomatologia e terapia prima del decesso 6. Complicanze e morte |
1. Introduzione
Dai dati pubblicati dall’Istituto Superiore di Sanità, è possibile valutare età e caratteristiche dei pazienti deceduti risultati positivi al Covid-19, in modo tale da poter fare alcune considerazioni riguardanti l’elevato numero di morti in Italia.
2. Campione
Il campione prende in considerazione 18.641 deceduti, dato riferito al 13 Aprile 2020. Tali dati sono curati e pubblicati da “EpiCentro”, che si occupa di indagini epidemiologiche per l’Istituto Superiore di Sanità.
L’età media dei pazienti defunti, positivi al Coronavirus, è di 79 anni, mentre l’età media dei pazienti che hanno contratto l’infezione è di 15 anni più bassa.
Confrontando i due sessi, inoltre, è possibile rilevare differenze marcate. Gli uomini rappresentano infatti i due terzi dei decessi, con un’età media di 78 anni.
Le donne, invece, oltre a rappresentare una quota minore di decessi, hanno anche un’età media decisamente più alta: 83 anni.
3. Patologie preesistenti
Per quanto riguarda le patologie preesistenti, è stato possibile valutare le cartelle cliniche di 1596 pazienti, ovvero quasi l’8,6% del totale dei deceduti. Anche se può sembrare una percentuale bassa, è in realtà un dato molto significativo, in quanto è stato possibile valutare in maniera approfondita la cartella clinica di un paziente deceduto su dieci.
Di quest’ultimi, è rilevante il fatto che il 61,5% dei deceduti (pari a 981 pazienti su 1596), avesse 3 o più patologie; il 20,7% (331 pazienti) 2 o più patologie; il 14,5% (231 pazienti) 1 patologia; e soltanto il 3,3%, pari a 53 pazienti deceduti senza alcuna patologia di rilievo.
Ancora più rilevante il fatto dei 1596 pazienti deceduti presi in considerazione, il numero medio di patologie per singolo paziente, fosse pari a 3,3. Numeri davvero elevati.
Altro dato interessante, riguarda le terapie pregresse: prima del ricovero in ospedale, un paziente su quattro (il 25%) seguiva una terapia con ACE-inibitori e il 16% una terapia con Sartani (bloccanti del recettore per l’angiotensina).
4. Morti sotto i 40 anni: l’80% con gravi patologie
Al 13 aprile, soltanto l’1,2% dei pazienti deceduti all’infezione da SARS-CoV-2 aveva età inferiore ai 50 anni, per un totale di 217 casi. Di questi, 47 pazienti avevano meno di 40 anni.
Su questi 47 pazienti è stato possibile rilevare la presenza di gravi patologie preesistenti in ben 33 pazienti; mentre soltanto 8 pazienti non presentavano patologie di rilievo. Dei restanti 6 pazienti al di sotto dei 40 anni, invece, non sono disponibili informazioni cliniche. Di conseguenza, dai dati raccolti, per quanto riguarda questa fascia di età (compresa tra 5 e 39 anni), 4 pazienti su 5 presentavano gravi patologie preesistenti.
5. Sintomatologia e terapia prima del decesso

I sintomi osservati prima del ricovero dei pazienti (poi deceduti), risultavano essere molto classici. Febbre e dispnea in quasi 4 pazienti su 5, e tosse in 2 pazienti su 5. Diarrea ed emottisi sono invece meno frequenti.
Dato interessante, però, il 5,7% dei pazienti deceduti non presentava alcun sintomo legato al Covid-19, quindi risultava ricoverato in ospedale per tutt’altro motivo. Questo può indicare un’infezione contratta purtroppo in ospedale.
Fra le terapie utilizzate, l’uso di antibiotici copre l’84% dei casi (va ricordato che l’uso di antibiotici nulla può contro i virus. L’utilizzo di antibiotici può essere utile nel caso di sovrainfezioni batteriche, o per trattare presunte polmoniti batteriche in attesa di conferma di Covid-19 da parte del laboratorio).
La terapia antivirale, invece, è stata utilizzata per il 56% dei pazienti andati incontro a morte. La terapia steroidea, infine, ha coperto il 34% dei casi.
In 306 casi (19,3% del totale dei decessi), vi le tre terapie sono state utilizzate in combinazione.
Infine, solo il 3,1% dei pazienti deceduti ha ricevuto una terapia a base di Tocilizumab.
6. Complicanze e morte
Fra le complicanze più comuni prima del decesso, l’insufficienza respiratoria è la più evidenziata, colpendo il 96,8% dei casi.
Poco più di un paziente su cinque (il 23,0%), invece, è stato colpito da danno renale acuto; mentre circa un paziente su dieci osservava sovrainfezioni (11,6% dei casi) e danno miocardico acuto (9,5%).
Per i pazienti poi deceduti, i tempi medi che intercorrono tra l’insorgenza dei sintomi e il ricovero in ospedale, sono di circa 5 giorni; tra il ricovero in ospedale e il decesso, sono di circa 5 giorni; quindi tra l’insorgenza dei sintomi ed il decesso, sono di circa 10 giorni.
Nei soggetti trasferiti in rianimazione, il tempo intercorso dal ricovero in ospedale e il decesso, è in media di 4 giorni più lungo rispetto a chi non viene trasferito in rianimazione (8 giorni vs 4; la media, però, ricordiamo essere di 5 giorni).