Vaccino Covid-19: criteri di consegna e somministrazione per gennaio.
Il Commissario all’Emergenza Covid, Domenico Arcuri, ha inviato in data 17 novembre una comunicazione in cui si evincono i criteri di priorità per la vaccinazione contro il coronavirus.
Operatori sanitari, i dipendenti degli ospedali e gli anziani ospitati nelle case di riposo avranno la priorità assoluta, in quanto soggetti maggiormente a rischio.
Altra nota della comunicazione proveniente da Domenico Arcuri, riguarda la richiesta alle giunte sulla raccolta delle informazioni per il piano di fattibilità della prima fase di somministrazione del vaccino contro il Covid-19.
Tutto ciò in previsione della consegna dei primi lotti di vaccini (3,4 milioni di dosi, da somministrare a 1,7 milioni di italiani in due fasi: somministrazione iniziale e richiamo), che dovrebbe avvenire a fine gennaio, grazie all’iniziativa dell’Unione Europea (Advanced Purchase Agreement) per l’acquisto del maggior numero possibile di vaccini, iniziando dalla casa farmaceutica Pfizer Biontech.
Pfizer, infatti, arrivata per prima alla conclusione della fase 3 sulla sperimentazione del vaccino, con efficacia al 94%, garantirà la consegna del vaccino in borse di conservazione contenenti 975 dosi (5 scatole da 195 fiale), in cui possono stare fino a 15 giorni dalla consegna. Diversamente, riposte correttamente nelle celle frigorifere ad una temperatura media di -75°C, possono essere conservate fino a 6 mesi.
Il commissario Arcuri richiama quindi le regioni ad individuare le strutture idonee a ricevere i vaccini e conservarli nelle condizioni indicate, per una conservazione ottimale. Ovviamente si tratterà di ospedali in grado di fornire un servizio di “hub” (centro raccolta e smistamento) per la consegna di vaccini ai vari centri vaccinali e alle Rsa, quindi ospedali in grado di fornire un servizio utile ad almeno 2 mila persone in 15 giorni.
Ogni ospedale avrà l’obbligo di indicare il numero del personale complessivo incaricato, così come il personale sanitario e sociosanitario in grado di raggiungere le strutture indicate in un’ora dalla consegna, così come dovrà indicare i congelatori idonei a disposizione e il volume di vaccini che potrà ospitare.
Stesso discorso vale per le residenze per anziani, che dovranno indicare il numero di personale (e il numero degli ospiti), così come dovranno dare conferma della possibilità di essere raggiunti in un’ora dagli ospedali che dispongono dei vaccini. Il vaccino andrà comunque utilizzato entro le 6 ore successive dall’estrazione dalla cella di conservazione.
In ogni caso va precisato che né Fda negli Stati Uniti, né Ema in Europa hanno approvato ancora l’uso in commercio dei vaccini, in quanto bisognerà ultimare le fasi della sperimentazione (anche per i vaccini di Janssen-Moderna e di Oxford-Irbm-AstraZeneca).
Infine, il vaccino dovrebbe risultare non obbligatorio, ma risulterà comunque vantaggioso l’utilizzo per i contatti sociali, specialmente tra il personale ospedaliero.